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Può darsi ci aiuti a capire meglio quello che Silvano intende per "paesaggio" - scrive Massimiliano Pescini nella Prefazione - l'epigrafe inserita in capo al volume, il distico di Pessoa "Eterni viandanti di noi stessi / non esiste altro paesaggio se non quello che siamo": è una bussola per il lettore che ci indica una strada più ampia di quella contenuta nei versi sulla natura e sul lavoro dell'uomo che la modifica e denota il paesaggio come estensione dell'interiorità di ciascuno di noi. Quindi il paesaggio diventa la condizione dell'esistere, la forma variegata composta dai mille colori dell'emozione e della ragione umana.